Grazie ad una protesi made in Asti s’avvera il sogno di Alina: “Finalmente posso correre”

La storia di una ragazza amputata ad un piede a soli 11 mesi. La protesi realizzata dal Laboratorio ortopedico astigiano.
La Stampa

«La mia vita sta cambiando: o meglio il mio sogno di fare atletica leggera sta diventando realtà». Alina Alexandra ha 27 anni, è di origine romena, da sette vive in Italia e ormai è novarese di adozione: quando aveva appena 11 mesi le venne diagnosticata una malformazione congenita a un piede che poco dopo le venne amputato: «Era il 1987, in Romania le tecnologie mediche non erano avanzate: probabilmente esistevano altre terapie, ma la decisione fu quella» racconta oggi con un mezzo sorriso.

Una decisione che le cambiò tutte le prospettive. Ma lei non si è persa d’animo e, da sportiva appassionata (ha anche praticato il nuoto), ha continuato a coltivare un progetto ambizioso, quello di poter gareggiare nell’atletica.

Adesso questa speranza è diventata realtà: Alina ha contattato l’associazione milanese «Youable», una onlus che si occupa di cercare fondi per donare protesi a persone con disabilità. «E noi – racconta Elena Bonacini, una delle responsabili dell’associazione – abbiamo cercato in Piemonte un’azienda che potesse aiutarci».

Alla fine l’hanno trovata ad Asti: è la Loa (Laboratorio ortopedico astigiano) di Diego Benotto specializzata nella creazione di ausili ortopedici per la mobilità e riabilitazione che lavora da tanti anni nel settore.

«Per noi – spiega il titolare – è stata una sfida appassionante. Lavoriamo a protesi classiche, ma una di questo genere, da utilizzare per gareggiare, ad Asti non era mai stata realizzata. I costi? Una “base” di circa 6 mila euro per le varie parti e poi la manodopera che può variare da 800 a 1800 euro».

La creazione della protesi è stata complessa, ma i tempi non sono stati lunghissimi: un paio di settimane: «Per chiarire, è diversa da quelle utilizzate da Oscar Pistorius, tanto per fare un paragone con un nome molto noto».

E sabato Alina ha finalmente testato la «creatura» al Liceo Scientifico astigiano «Vercelli», che è dotato di una piccola pista di atletica leggera: «Da quest’anno abbiamo una specifica sezione a indirizzo sportivo, siamo gli unici della provincia – chiariscono il preside Angelo Barruscotto e la docente di educazione fisica Silvana Bruno – e siamo felici di aver potuto dare il nostro contributo. Lo sport non è solo agonismo, ma ha anche una valenza sociale enorme e ci piacerebbe collaborare in futuro ad altre iniziative di questo genere».

Intanto, Alina si è tesserata per la società «Ashd Novara» e adesso è pronta a scendere in pista: «Voglio correre i 100 e i 200 metri e cimentarmi nel salto in lungo. Ma quello che conta ancora di più è che ora non mi sento più disabile. Si, la mia vita sta davvero cambiando».

GIANLUCA FORNO

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